Cassazione Penale, Sez. IV - Sentenza n. 4806 del 3 febbraio 2003 (ud. del 27 novembre 2002)
Ric. Bosia
Cassazione Penale, Sez. IV - Sentenza n. 4849 del 3 febbraio 2003 (ud. del 18 dicembre 2002)
Ric. Scaburri

     Ancora due sentenze in merito alla sicurezza di persone terze nell'ambiente di lavoro e che confermano quanto già indicato dalla stessa Corte di Cassazione in altre espressioni precedenti (Cass. Pen. sentenza n. 2002 del 5/12/2001).

    La Suprema Corteha ha ribadito che la normativa antinfortunistica mira non solo a tutelare i lavoratori dipendenti  ma anche tutti coloro che vengono legittimamente a contatto con i luoghi di lavoro e ad essere quindi esposti ai rischi connessi con gli stessi luoghi.

     In particolare ha tenuto a precisare che allorquando le norme di prevenzione degli infortuni parlano di lavoratori subordinati o ad essi equiparati (art. 1 D.P.R. n. 547/55 e art. 1 D.P.R. n. 164/56)  non intendono individuare in questi i soli soggetti da tutelare ma lo fanno per definire l'ambito di applicazione della normativa antinfortunistica e per fissare gli obblighi ad essa relativi che comunque  prescindono del tutto dalla individuazione di coloro nei cui confronti si rivolge la tutela fissata dal legislatore.

     Ne discende che ove un infortunio si verifichi per inosservanza degli obblighi di legge tale inosservanza non potrà non far carico, a titolo di colpa specifica e quindi di circostanza aggravante ex art. 589 comma secondo e 590 comma terzo del codice penale,  su chi detti obblighi avrebbe dovuto rispettare, poco importando che ad infortunarsi sia stato un lavoratore subordinato, o un soggetto ad esso equiparato o una persona estranea all'ambiente lavorativo.